Quasi la metà degli italiani sono insoddisfatti della qualità (49% del totale, 39% dei 16-25enni) e della quantità (54% del totale, 50% dei 16-25enni) del proprio tempo libero. Questi dati emergono nella ricerca “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, condotta da Swg per Acri, l’associazione che riunisce oltre 200 Fondazioni filantropiche in Italia. L'indagine ha coinvolto un campione rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni ed è stata presentata il primo ottobre, in occasione della Giornata Europea delle Fondazioni, per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per le ragazze e i ragazzi.
Ne illustra alcuni risultati Giulia Costantini, ricercatrice Swg e curatrice dell'indagine, intervistata dal Giornale Radio Sociale, per il GrsWeek di venerdì 3 ottobre: “Dalla ricerca emergono elementi chiari sul rapporto degli italiani col proprio tempo libero, al quale attribuiscono un grande valore sociale. Il problema è che metà degli italiani si dichiara insoddisfatto del proprio tempo, anche sul piano della qualità, ovvero delle esperienze offerte sul territorio. E questo accade anche per i giovani: 1 su 2 non riesce a trovare ciò che cerca, per 1 su 3 la qualità delle esperienze dipende anche molto dall’estrazione sociale, quindi da reddito e rete di relazioni. Evidenze che ci suggeriscono di migliorare l’offerta dei territori, specie per i giovani”.
Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Tra i dati della ricerca Swg emerge anche un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti.
Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Entrando ancora più nel dettaglio dello studio, emerge che i carichi di studio e lavoro (44% complessivo, 53% nei 16-25enni) sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali, segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
In sintesi, secondo la ricerca di Sgw, un tempo libero sufficiente e di qualità sembra essere un lusso per pochi, accessibile solo a chi riesce a unire tre fattori: la residenza in una città con le giuste dimensioni, un reddito adeguato alle possibilità che la città in questione offre e la possibilità di conciliare questi primi due fattori con gli impegni di primaria importanza. (A cura di Federico Cherubini)